sabato 26 gennaio 2013

FENOUILLES AU GRATIN: LA RICETTA DI NONNA JEANETTE

Marie Janne, quello il nome che tante volte ho ribadito a Alessandro che, bonariamente, insisteva a chiamare la nonna Giannetta.
Mi era diventato caro, quel Jeanette, che raccontava della provenza, di Chateauneuf-du-pape e delle sue viti, che i suoi avi erano andati a coltivare, partendo da Navelli negli ultimi anni del 1800.
Nonna Gianna, aveva sempre le mani in pasta, nonostante i suoi 87 anni, impastava fettuccine, maltagliati, gnocchi e quant'altro, tutte le domeniche, teneva la casa come un gioiello, e aveva tanta voglia di stare allegra, e "in mezzo alla gioventù", come diceva lei.

Era un tipetto tutto pepe, insomma, sempre in moto.

Ricordo ancora quando la incontrai per la prima volta, a casa di Ale, durante i primi tempi in cui osavo salire a casa sua. Era accanto all'uscio della cucina, in corridoio, con i capelli perfetti e il rossetto appena messo.
"Molto piacere, Marie Jeanne. Finalmente conosco la famosa Eleonora", mi aveva detto, con i suoi soliti occhietti furbi.
Nemmeno la malattia era riuscita a fermarla, anni anni prima, quando aveva scoperto di avere un tumore. Aveva fatto la chemio ed era guarita.
Tre anni dopo, era caduta in un negozio, e si era rotta la caviglia: nonostante le si gonfiasse quando cambiava il tempo, correva ancora su e giù per le scale più veloce di me che di anni ne ho venticinque.
E anche gli ultimi tempi quando, a causa del male che era tornato, i polmoni si erano ammalati, lottava ancora. Diceva di aver voglia di vivere, di dover ancora combattere.
Poi, lo scorso giugno, dopo un rapidissimo peggioramento, si è spenta nel sonno, serenamente.. con il sorriso sulle labbra.

Mi ha insegnato a cucinare i ceci - che buoni come li faceva lei, non riuscirò mai a farli! - a fare il brodo tipico della sera della vigilia, qui a l'Aquila, fatto con il cardo, l'indivia, le polpettine e i quadrotti di uovo e parmiggiano, e tante altre cose.
Ultimamente, la mamma di Ale, ha scovato tra le cose della madre, una busta di carta, con all'interno le sue ricette, tra le quali questa delizia: finocchi gratinati.
Se c'è una cosa che voglio imparare a fare, è quella di riuscire a fare le verdure al gratin come solo i francesi sanno fare.

Fenouilles au gratin

 
4 finocchi
1/2 litro di latte
2 tuorli
50 gr di burro
30 gr di farina
un pizzico di noce moscata
sale q.b.
parmiggiano grattugiato q.b.
prosciutto cotto (facoltativo, io non l'ho messo)

Tagliare in quarti i finocchi e lessarli in acqua salata finchè saranno morbidi.
Nel frattempo preparare la besciamella. Mettiamo in un tegame il burro a fondere, quando sarà sciolto mettiamo la farina tutta in una volta e con una frusta otteniamo il rhu. Stemperiamo con il latte, aggiungiamo la noce moscata e lasciamo addensare sul fuoco basso, girando con una frusta.
Una volta pronta, lasciamo intiepidire. Quando sarà tiepida aggiungiamo i due tuorli e teniamola da parte.

Scolare i finocchi, lasciarli due minuti a freddare. Imburrare una pirofila e versarvi i finocchi unirti alla besciamelle, spolverando con il parmiggiano grattugiato.
Infornare fino a doratura a 180°.

Sono di un buono incredibile, ideale sia come contorno, che come piatto unico. Il tocco in più lo da il tuorlo d'uovo nella beasciamella, un pò come si fa per il croque monsieur. Provateli!

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