lunedì 21 gennaio 2013

RICORDI DI VIAGGIO: PICI ALL'AGLIONE

Quando sono andata a Città della Pieve a salutare la mia amica LAle, che dopo qualche giorno sarebbe partita per andare a frequentare i corsi della MUFE Academy a Parigi, e sarebbe stata fuori un anno, sono rimasta profondamente colpita dai paesaggi che sfilavano a lato del mio finestrino.
Che la Toscana fosse stupenda, già lo sapevo, ma non avrei mai immaginato che fosse così stupenda.
E questa foto, scattata a settembre del 2010 lo dimostra.. Colline verdi a perdita d'occhio, vitigni e casolari da sogno, dove immaginavo mani abili che impastavano il buonissimo pane toscano o preparavano delizie di ogni genere.
 
 
LAle mi ha portato a pranzo in una trattoria tipica, a conduzione familiare, e mi era rimasto impresso il sapore del buon sugo che condiva la pasta fatta in casa che avevamo ordinato, i pici all'aglione e i pici al sugo di cinghiale.
Quando, dopo un mese di fervida attesa, è stata svelata la ricetta protagonista della sfida di gennaio del MTC, proposta da Patty - vincitrice del mese di Novembre, con le sue arancine - del blog Andante con Gusto, la mente è immediatamente volata in quella trattoria, e a quel piatto di pici all'aglione gustati in terrazza, tra amici, buon vino e tante risate.
Ovviamente chiedere la ricetta a LAle del sugo all'aglione è stata la prima cosa che ho fatto!

I pici sono una pasta povera, fatta di farina 00, farina di semola, buon olio extravergine d'oliva e acqua. E il condimento ideale è quello povero, quello contadino, preferibilmente locale, a km 0.
 

E allora utilizziamo gli agli e i pomodori prodotti dell'orto del papà di Ale, che ogni estate si riempie di verdure, patate e legumi e file di pomodori da insalata, pomodorini pachino, cuori di bue e san marzano, e questi ultimi vengono poi utilizzati per le conserve, da sfruttare durante l'inverno, così da avere dei buoni pomodori per il sugo tutto l'anno.

Pici all'aglione
 
 
Per la pasta vi riporto le dosi e il procedimento di Patty.
 
Per 4 persone:
 
200 gr di farina 00
100 gr di farina di semola rimacinata
2 generosi cucchiai di olio evo
1 pizzico di sale
acqua q.b.
 
Fate la fontana con le due farine miscelate. Versate l’olio, il pizzico di sale e cominciate a versare lentamente l’acqua, incorporando la farina con una forchetta. Attenzione al sale. Non esagerate perché questo indurisce la pasta.
Quando la pasta comincerà a stare insieme, cominciate ad impastare con energia utilizzando il palmo delle mani vicino ai polsi. Se necessario, aggiungete acqua o farina.
Piegate la pasta su se stessa, come se lavoraste la pasta all'uovo, ma sempre delicatamente per non sfibrarlo. Massaggiate energicamente per 10 minuti circa, quindi avvolgete nella pellicola e lasciate a riposare per almeno mezz'ora.
Riprendete la pasta e procedete così: dalla palla d'impasto principale prelevate un pezzo, tagliando con un coltello a lama liscia ed affilata, quindi, con l'aiuto di un matterello, stendete la pasta allo spessore di 1 cm. Tagliate a strisce larghe circa 1 cm e iniziate a "filare" la pasta.
 
 
Il picio va filato rollando la pasta con il palmo delle mani e contemporaneamente stirandola verso l'esterno.
Quando si tirano pici molto lunghi, la tecnica da utilizzare è quella di tirarli da un lato, tenendo l'altra estremità con il palmo e piano piano allungarli fino ad esaurire la pasta.
Una volta tirato il vostro picio, fatelo rotolare nella farina di semola o fioretto affinchè non si appiccichi agli altri. Una pasta morbida e riposata si tira con estrema facilità.
Il picio non dev'essere troppo lungo, diciamo intorno ai 20-25 cm.
Non dev'essere troppo grande, perchè poi crescerà anche in cottura: la dimensione corretta è quella di un bucatino. E non deve essere nemmeno perfetto, perchè si deve sentire, nella sua forma, la mano della donna che li ha tirati: è nella sua imperfezione che si esprime la sua bellezza. Come dice Patty, nel suo post, intriso di tradizione: il picio è un canto all'imperfezione.
 
 
Una volta fatti, spolverateli di farina, o di semola, e smuoveteli, di tanto in tanto, così asciugheranno leggermente. Se li fate molte ore prima, copriteli con un panno di lino.
 
E ora prepariamo il sugo all'aglione.
 
pomodori pelati (io ho usato quelli dell'orto di Ale)
5-6 spicchi d'aglio (sempre dell'orto di Ale)
olio evo
sale
 
Per prima cosa si sbucciano gli spicchi d'aglio e si schiacciano leggermente con l'aiuto della lama di un coltello. Si mettono a soffriggere in una generosa dose di olio evo, e si lascia che sprigionino il loro sapore. Attenzione a non farli bruciare, o il sugo avrà un gusto cattivo.
Quando saranno quasi dorati, versate i pelati ben schiacciati con l'aiuto di una forchetta.
Cuocere per 20 minuti a fuoco basso e aggiustare di sale. A fine cottura eliminare gli spicchi d'aglio e utilizzarlo per condire i pici.
 
Ale, ha gradito molto. Le sue parole precise sono state "ma che cos'è questo sugo buonissimo? che ci hai messo? che bontà! bravissima" :)
Grazie Patty per avermi fatto riscoprire questa bontà!
 

9 commenti:

  1. e grazie a te, per averci riproposto uno dei condimenti più tipici (mi verrebbe da scrivere più ti-pici, ma mi trattengo:-)) per questa pasta: piatto perfetto, sia nella realizzazione che nell'inquadramento del tema. Brava!

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  2. Deliziosi, come dire... la morte loro! :-p

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  3. @Alessandra Gennaro: più ti-pici di così si muore! :D E che buoni!!
    @Mapi: Assolutamente si! :)

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  4. Carissima, i tuoi pici "bucano" lo schermo, sono stupendi, morbidi e deliziosi! sto sbavando letteralmente sulla tastiera!!!!
    bravissima!!!!
    Francy

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  5. @Francy Burro e zucchero: grazie a te cara!! Effettivamente erano proprio buoni! :-)

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  6. meravigliosi i pici all'aglione..sono il mio piatto preferito in assoluto ^_^
    bravissima!!!

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  7. Cara Eleonora, finalmente riesco a passare a trovarti. Sono sommersa di pici ed essere veloce nel commentare non è facilissimo. Sono però davvero felice che tu abbia scelto la ricetta icona di questo tipo di pasta, quella che chiunque abbia l'occasione di assaggiare, non dimentica facilmente. LE immagini che ci regali parlano della bontà della tua esecuzione. Pici assolutamente perfetti. Un caro abbraccio, Pat

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  8. La Tiscana ha dei paesaggi che sono meravigliosi e anche il cibo non scherza!!!
    Sei stata bravissima a fare i pici e questo sugo tipico deve essere favoloso:)
    Un bacio

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  9. Ciao Eleonora! Sto facendo un giro tra i pici che mi mancavano (e ti giuro che non ce la farò a passare da tutti!) ma sai che la semplicità è la migliore delle ricette. Questa veramente è sicuramente la traduzione dello spirito della toscana, quella dove basta saper valorizzare gli ingredienti migliori e... la magia è fatta.
    La magia di questo sugo.
    Brava, e guai chi dice che non si trovano più le cose buone di una volta.
    Nora

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