domenica 28 settembre 2014

LA SINDROME DEL BLOGGER E TUTTO CIO' CHE BISOGNA SAPERE SUL RISO!

Giuro che mi sembra ieri che è stato svelato l'argomento della sfida di settembre del MTChallenge, il riso e le sue cotture. E invece mi sono ridotta all'ultimo giorno utile per postare la mia proposta. Eppure è già passata quasi una settimana da quando ho preparato questa crostata - ed è pure finita, tanto per dire.

E' tipico. Tipico della sindrome del blogger.
 
All'inizio ti senti completamente perso. Totalmente in balia degli eventi. Il cervello è svuotato anche del più piccolo pensiero. Non ricordi nemmeno quella ricetta che potrebbe fare al caso tuo, quella che hai fatto miliardi di volte, senza dover ricontrollare le dosi.
 
Poi, come un fulmine a ciel sereno hai un'idea: l'idea!
Te la immagini già bella impiattata, da far invidia agli chef più blasonati. Ti chiedi come hai fatto a non pensarci prima: quella ricetta è perfetta per arricchire il tuo blog di cucina e per partecipare, come in questo caso, a qualche contest.
 
Il più delle volte viene fuori il contrario. Qualcosa va storto: sbagli il procedimento, dimentichi un ingrediente, la macchinetta fotografica è scarica e non riesci nemmeno a trovare quella tovaglia che sarebbe perfetta per allestire il set.
 
Alla fine dei giochi ti ritrovi, il 90% delle volte, con la cucina a soqquadro, la lavastoviglie da caricare, il gas sporco che nemmeno un'orda di barbari ci sarebbe riuscita.. del pavimento non parliamone nemmeno. La ricetta fortunatamente - forse per qualche intervento divino - riesce sempre: la fortuna la calma è la virtù dei forti.
 
Stanco, ma felice, ti siedi al pc per scrivere il post. Ci risiamo: zero idee. Il cursore pulsa sul foglio bianco e tu lo vorresti lanciar fuori dalla finestra perché ti ricorda che devi farti venire un'idea, che non sia la solita scemenza, che del fatto che qualche settimana fa ti è arrivato il congelatore da 100 lt e tu sei felice come una bimba con un nuovo giocattolo non importa a nessuno.
 
Ci ho pensato per almeno dieci giorni, ho provato più volte a sedermi, ma a parte riportare la ricetta e il procedimento non sono riuscita ad andare oltre.
E così ho voluto raccontare il delirio che c'è stato per sfornare questa deliziosa crostata, delicata e profumatissima.

Nel post di Acquaviva sul riso e sulle sue cotture, tra:

  • la cottura per assorbimento (confusa spesso con la cottura a vapore);
  • la cottura al latte;
  • la cottura pilav;
ho scelto la seconda e devo dire che mi si è veramente aperto un mondo: grazie!
 
 

Crostata cremosa di riso

 
per il riso
 
600g di latte
150g di riso (io ho usato il Roma)
100g di zucchero
buccia di limone - preferibilmente non trattato

per la crema
 
500ml di latte
2 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di farina (circa 40g)
2 tuorli
buccia di limone - preferibilmente non trattato

per la frolla
 
400g di farina
200g di burro freddo
200g di zucchero
1 uovo intero + 1 tuorlo
estratto naturale di vaniglia

Partiamo con il preparare il riso. Per prima cosa bisogna sbianchirlo: il riso va scottato per un minuto in acqua bollente, poi scolato e sciacquato sotto acqua fredda, quindi messo in una pentola capiente coperto con il latte bollente al quale avrete aggiunto lo zucchero e il limone (io per prelevare la buccia dal limone, già lavato, utilizzo il pelapatate, così riesco a ricavare solo la buccia, senza la parte bianca). Mettete a cuocere su fuoco dolcissimo e girate spesso. Ci vorranno circa 40-50 minuti affinché il riso assorba tutto il latte e diventerà una crema morbida e buonissima - già pronta per essere mangiata anche così com'è, servita in delle coppettine monoporzione.
 

 
Nel frattempo che il riso è in cottura possiamo preparare la frolla e la crema.
 
Per la frolla dobbiamo impastare tutti gli ingredienti insieme - potete farlo a mano, con il classico metodo della farina a fontana, oppure in planetaria come ho fatto io, con la foglia - e una volta che l'impasto si sarà raccolto in una palla lo copriamo con della pellicola per alimenti e lo poniamo in frigo a riposare.
 
Per la crema pasticcera sbattiamo, in un pentolino capiente dal bordo alto, i due tuorli con lo zucchero, aggiungiamo la farina e a filo il latte. Inseriamo la scorza di limone e portiamo a bollore mescolando continuamente, su fuoco basso. Non appena pronta, trasferite la crema in una ciotola e coprite con pellicola alimentare a contatto; lasciate freddare completamente.
 
Quando il riso sarà cotto e si sarà intiepidito - meglio se sarà freddo del tutto - aggiungiamo la crema pasticcera, che adesso sarà fredda, al composto di riso e amalgamiamo.
 
 
Otterremo un cremosissimo ripieno per farcire la nostra crostata - e vi confesso che ho avuto serie difficoltà a smettere di affondare il cucchiaino nel composto..... XD

 
Foderate uno stampo a cerchio a cerchio apribile di 24 cm di diametro con 2/3 della pasta frolla preparata precedentemente, lasciando il bordo di pasta molto alto, fino a sfiorare il bordo della teglia.


Se non abbiamo ancora terminato la lavorazione del ripieno, riponiamo, fino al momento di farcirla, la teglia in frigo affinché in cottura mantenga la forma.
Versiamo all'interno del guscio di frolla il ripieno, livellandolo con una spatola.


A questo punto abbiamo due possibilità:
- stendere la frolla restante in un disco unico, che adageremo sul ripieno a chiudere il tutto, sigillando bene i bordi;
- creare una griglia, sopra la nostra crostata, nel modo classico, o in modo più creativo.

Io ho seguito questa seconda strada e ho costruito un intreccio classico: stendendo la frolla sul tappetino di silicone infarinato ho ricavato 18 strisce di uguale larghezza con l'aiuto di un coltello a lama liscia molto affilato (cercando anche di farle più dritte possibile). Ho seguito lo schema utilizzato da Caris per la sua frangipane, di cui vi lascio il link qui. Purtroppo non avevo a portata di mano il cavalletto e non ho pensato a fare un passo passo.

L'unica differenza è che ho intrecciato le strisce di frolla posandole direttamente sul ripieno.


Con il retro della forchetta - il manico, per intenderci - rimboccate il bordo in basso, spingendolo verso le strisce parallelamente, in modo che si crei un bel bordino tutto intorno.
Cuocete in forno già caldo a 180° per 25 minuti, poi abbassate a 160° e proseguite la cottura ulteriormente, per almeno altri 30 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare completamente. 


Conservatela in frigo, perché, benché sia cotta, il dolce contiene della crema pasticcera. 

Il guscio è croccante e profumato di vaniglia, il ripieno, cremoso e dal sentore di limone, ricordano quelle buone torte della nonna, con la crema cotta all'interno. Un gusto d'altri tempi!

 

lunedì 22 settembre 2014

D' AUTUNNO, DI RICORDI E DI TORTA MANTOVANA

L'autunno è una stagione che mi è sempre piaciuta.
 
In questo periodo si riaprivano le scuole e io ero sempre entusiasta di tornare tra i banchi di scuola: i libri nuovi, il suono della campanella, le risate tra compagne..
I colori dell'autunno poi.. i rossi intensi, i gialli, i verdi spenti. Tutta la natura che fa mostra di se prima di addormentarsi per l'inverno.
 
I primi giorni freddi, quelli in cui piuttosto che uscire preferisci stare in casa con un buon libro o un film e goderti il calore degli affetti, il profumo di un tè e un dolce fatto in casa. Proprio come questa torta mantovana, la cui ricetta si tramanda in famiglia da due generazioni e che non manca mai durante le occasioni e i rinfreschi in famiglia.
 
E' una torta semplicissima, pochi ingredienti e un gusto delicatissimo. . La storia ci dice che sia stata donata alla corte della Firenze medicea da Isabella d’Este,  che all'età di sedici anni sposò nel 1490 Francesco II di Gonzaga, diventando marchesa di Mantova.
Pellegrino Artusi nel suo "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene" ne parlava così: “badate bene che questa torta non riesca più grossa di un dito e mezzo o due al più onde abbia modo di rasciugarsi bene nel forno, che va tenuto a moderato calore”.
 
Infatti la torta deve appena dorare in superficie e rimane bassina, rispetto alle comuni torte, ma ha un sapore molto fine e delicato. Provatela per accompagnare il tè del pomeriggio o come dolce di fine pasto: una delizia!
 
Torta mantovana
 

5 uova
125g di burro morbido
175g di farina
170g di zucchero
1 cucchiaino di lievito
mandorle a lamelle e/o pinoli
 
Montate le uova intere con lo zucchero, finchè sono ben gonfie e spumose. Aggiungete il burro morbido e a bassissima velocità o meglio ancora a mano, con una spatola, aggiungete la farina setacciata con il lievito, poca alla volta.
 
Preriscaldate il forno a 180°. Trasferite il composto in una teglia da 26/28 cm di diametro, imburrata e infarinata, e cospargetevi sopra le mandorle a lamelle o i pinoli (ma potete anche scegliere di utilizzarli entrambi).
 
Infornate per 25 minuti, sfornate e lasciate raffreddare.

lunedì 15 settembre 2014

TORTA COCCO MENTA E NUTELLA E IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA

Oggi è il primo giorno di scuola per tantissimi bambini e ragazzi.
Oggi, anche la mia figlioccia, che ormai ha ben 11 anni, si appresta ad iniziare la prima media.
 
Le medie per me furono un periodo ni.
A scuola andavo benissimo: in matematica ero tra le prime della classe - strano ma vero - ed andavo meglio lì che in inglese. La mia non bravura nella lingua anglosassone era però da imputare alla professoressa che faceva favoritismi e nonostante gli ottimo e i distinto fioccassero sui miei compiti in classe, mi fece uscire con buono dagli esami di terza.
 
Su di lei mi presi una bella soddisfazione qualche mese dopo degli esami, quando già avevo iniziato le superiori e mi ero assicurata un paio di voti alti proprio in inglese. La incontrai fuori dalla mia vecchia scuola media e andai a salutarla. La conversazione fu del tipo:
 
Io: "Buongiorno Prof. X!"
P.: "Oh, Eleonora, ciao! Come stai?"
Io: "Tutto bene grazie, e lei?"
P.:"Bene. Allora, come ti trovi nella nuova scuola?"
Io: "Benissimo"
P.: "Hai già fatto qualche prova di inglese?"
Io:"Si e ho preso due 9"
P.: "Ah"
Io: "Beh, prof, ora devo proprio salutarla. Arrivederci!"
 
La lasciai lì, come un'ebete e me ne andai.

Durante i tre anni delle medie incontrai quella che sarebbe stata, per molti anni a venire, la mia migliore amica. E a parte lei, e qualche altra ragazza con cui formavamo un bel gruppetto, il rapporto con gli altri compagni, specie con i maschi, non era proprio semplice.. Sarà stato il fatto che assomigliavo ad Ugly Betty, rotondetta con tanto di occhiali tondi e apparecchio ai denti o che mia madre, per tutto il primo anno, mi costringeva ancora a mettere delle camicette da bimbetta con i pupazzetti? Non l'ho mai capito!
 
Insomma, se mi offrissero una cifra esorbitante per trascorrere di nuovo tre anni alle scuole medie........... rifiuterei ed andrei avanti!
 
Spero, comunque, che l'esperienza della mia figlioccia sia decisamente più positiva della mia e che durante questi tre anni potrà crescere e stringere dei bei rapporti d'amicizia.
 
In bocca al lupo a lei e a tutti quelli che oggi stanno affrontando il primo giorno di scuola!
 
Un'ottima ricetta, semplice, golosa e veloce da preparare, che potrebbe essere una merenda da portare a scuola o da condividere con gli amici come fine di un pranzo. La torta menta, cocco e nutella, della mia amica Iole, mette d'accordo proprio tutti!
 
Torta menta, cocco e nutella
 
 
3 uova
250g di zucchero
125g di yogurt al cocco
350g di farina
130g di sciroppo di menta (io Fabbri)
60g di olio d'oliva
50g di farina di cocco (più un po' per guarnire)
1 bustina di lievito
nutella q.b.
 
In una ciotola versate tutti gli ingredienti secchi già pesati, aggiungete le uova, lo yogurt, l’olio e lo sciroppo di menta e mescolate bene con l’aiuto delle fruste elettriche. In pochi minuti il composto sarà bene amalgamato e potrete trasferirlo in una teglia rettangolare già imburrata e infarinata.
 
Infornate a forno già caldo a 180° per 40 minuti (fate sempre la prova stecchino per verificare la cottura).
Una volta sfornata lasciate raffreddare completamente; quindi tagliatela a metà, farcitela con della nutella a seconda dei vostri gusti e ricomponetela sul vassoio di portata. Spalmate sulla superficie un velo leggero di nutella e fatevi aderire un po' di farina di cocco. Tagliate a quadrotti e servite.
 
 

mercoledì 3 settembre 2014

MANI IN PASTA! PANE DI SEMOLA CON L'ESUBERO DI LIEVITO MADRE

Bentrovati!
 
L'estate volge alla fine - anche se, non è che abbia capito molto bene quando sia iniziata - ed è tempo di tornare con più frequenza a curare questa mia piccola casa virtuale. Inoltre qui a L'Aquila, due giorni fa, è arrivata la prima neve a Campo Imperatore, sul Gran Sasso: un motivo in più per tornare ad accendere il forno!
 
Ricordate quando vi ho raccontato che la mia fotocamera digitale era passata a miglior vita, portandosi via, oltre a un pezzetto del mio cuore, anche la voglia di fotografare? Ebbene, in occasione del mio compleanno, lo scorso 27 luglio, la mia dolce metà ha fatto una piccola pazzia e mi ha regalato una nuova fotocamera: quasi identica alla vecchia, ma questa è un modello nuovo, più aggiornato, con più funzioni e definizione. Insomma, una vera figata!! ^_^
 
Ma veniamo al sodo!
 
Con questo post, il primo dopo la piccola pausa estiva, voglio anche notiziarvi dell'ottima salute di cui gode il mio lievito madre. Ha compiuto da poco 8 mesi e mi regala delle grandi soddisfazioni! L'ultima me l'ha data proprio con questo pane, fatto con l'esubero. Per chi fosse ancora poco pratico o non sapesse affatto di cosa stia parlando vi ricapitolo brevemente.
Il lievito madre è un lievito naturale, che prende vita dalla fermentazione acida di acqua e farina, generando lattobacilli. Per ulteriori informazioni sul lievito madre, dove potete anche trovare il procedimento per autoprodurlo, vi rimando a questo post.
 
Quando parliamo di esubero, intendiamo la porzione di lievito madre che non rinfreschiamo, e che quindi rimarrebbe in frigo; con l'esubero ci sono varie opzioni, o buttarlo via (specie se è acido oppure il lievito è giovane ed è ancora presto per panificare con esso) oppure utilizzarlo per farne del pane, delle piadine, dei taralli o altre ricette che non richiedono una lievito madre rinfrescato - e quindi con maggior "forza" lievitante. 

Dopo aver introdotto l'argomento, vorrei darvi la buona novella: con questo post, inauguro la rubrica "Mani in pasta", con la quale ogni primo venerdì del mese vi darò una ricetta da fare con il lievito madre.
 
 
La prima sarà una ricetta che utilizza l'esubero di lievito madre, con cui ho prodotto un pane veramente buonissimo. Mai fatto un pane così fragrante, dal profumo inebriante, che resta come appena fatto per 3-4 giorni (sempre che ci arrivi!) e con questi buconi alla mollica: provare per credere!
 
Pane di semola con esubero di lievito madre

ricetta dal blog pandipane.blogspot.it

 
Con Esubero di PM solida (40-50% d'idratazione)

180g di PM (o di prefermento*)
370g di acqua fredda di rubinetto (oppure 420g per una maggiore apertura della mollica),
500g di semola rimacinata di grano duro
1 cucchiaino di malto o zucchero o miele
12g di sale.
  
Sciogliere il lievito - o il prefermento - in acqua nella ciotola della planetaria, sbattendo un po' facendo formare un po' di schiuma (io sciolgo il lievito insieme all'acqua con il minipimer).
Aggiungete il malto (io ho aggiunto lo zucchero) e a seguito la farina a pioggia, impastare per 7 minuti a velocità bassa ed aggiungere il sale. Finire d'impastare. Tempo totale di impasto: 15 minuti circa.
 
Fate riposare l'impasto fare delle pieghe a tre a distanza di un'ora dalla fine dell'impasto. 
Schema delle pieghe a tre
Date la forma a pagnotta e mettere a lievitare in un cestino ben infarinato. Dall'impasto ci vogliono circa 5-6 ore di lievitazione prima di infornare. Trascorse le ore di lievitazione ribaltate con delicatezza il cestino su una teglia spaziosa ricoperta di carta forno.
 
La cottura per questo pane è in salita a forno umido. Ovvero: infornate a 160° con forno in salita puntato a 240°, con all'interno un pentolino con poca acqua per creare l'umidità.
Quando inizia a colorarsi la crosta calare la temperatura a 180° fino a fine cottura (1 ora di cottura in totale); per gli ultimi 10 minuti creare uno sfiato socchiudendo il portello del forno (usate a bloccarlo un cucchiaio di legno), per far fuoriuscire l'umidità e rendere fragrante la crosta.

Lasciare raffreddare su una gratella prima di tagliare.

Guardate che mollica alveolata! Che soddisfazione!

 
*se non si hanno esuberi oppure se il vostro esubero è un po acido si può preparare un prefermento, che sostituirà nella ricetta i 180g di esubero di PM solida; preparatelo con:
 
50g PM solida
90g semola
110g acqua.

Amalgamate tutto insieme e lasciate fermentare a temperatura ambiente (8-10 ore circa), fino a che avrà sviluppato il massimo del suo volume.

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