sabato 9 aprile 2016

KIMCHI JJIGAE, OVVERO ZUPPA DI KIMCHI COREANA

Se me l'avessero detto, non ci avrei creduto.
Eppure l'ho fatto. L'ho preparato, fatto fermentare, cucinato e mangiato.
E mi è pure piaciuto.
 
Il Kimchi Jjigae (김치찌개) si pronuncia “chimci cigae” e si può tradurre come stufato è un piatto tradizionale coreano preparato con cavolo cinese e altre verdure fermentate in salamoia.

Jigae indica invece lo zuppone, un po’ lo svutafrigo da noi, e di solito è una pietanza casalinga invernale preparata con quello che si ha in casa in un calderone, dove di solito si gettano i resti della carne, più frequentemente grasso o cotenne di maiale, derivati da altri tagli o preparazioni.
Nei tempi antichi, le popolazioni che vivevano sulla penisola coreana ottennero la padronanza del processo di fermentazione e le prime testimonianze sulla preparazione del Kimchi sono del 12° secolo durante la dinastia Koryo.
Agli inizi il veniva preparato senza l’utilizzo del peperoncino in quanto non era ancora disponibile in Asia e il condimento era preparato con lo zenzero o l’ aglio. Dopo la sua introduzione nel corso del 16 ° secolo, il peperoncino e la polvere di peperoncino divennero gli ingredienti chiave per il Kimchi fino ai nostri giorni.
E' senza dubbio uno dei tesori della cucina coreana e la sua preparazione è parte integrante della cultura coreana: amici, parenti e vicini di casa si riuniscono in autunno, ovvero quando in Corea la stagione della raccolta del cavolo è al culmine, per preparare il Kimchi tutti insieme, durante il cosiddetto kimjang. Le donne coreane ne preparano in gran quantità per poi consumarne poco alla volta durante l’inverno.
In Corea del Sud, il Kimchi è un chiodo fisso per tutto l'anno: esiste un istituto di ricerca del Kimchi, un museo del Kimchi e un festival nazionale del Kimchi. Sono persino riusciti a mandare nello spazio scatolette di Kimchi, per non far mancare ai propri astronauti la pietanza più importante della loro vita! Perché il Kimchi, oltre a essere deliziosamente gustoso, fa anche bene: all'apparato digerente grazie alle sue fibre, al sistema immunitario grazie alle vitamine B e C, previene il cancro, mantiene giovani e pure belli. Un vero toccasana, insomma.

Il periodo di invecchiamento degli ingredienti è fondamentale per far diventare comunissimi ingredienti della cucina quotidiana in prelibati Kimchi: salati e in salamoia, iniziano poi a fermentare, poiché gli zuccheri delle verdure convertono il tutto in acido lattico, acido acetico e anidride carbonica. Più lunga è la fermentazione, più forte diventa il suo sapore: quel gusto pungente, la croccantezza del cavolo accompagnata dalla maliziosa forza della pasta di peperoncino che ci bruciacchia la lingua, il vigoroso effluvio dell'aglio e dello zenzero.
Se non viene preparato in casa, viene acquistato già pronto nei negozi, ma come immaginerete, non è facile trovarlo qui da noi, a meno che di avere un negozio etnico sotto casa che abbia questo piccolo tesoro in barattolo. Nel caso non siate fortunati, armatevi di coraggio e preparate insieme a me in Kimchi in casa, da vere brave massaie coreane!
Dopo varie ricerche e dopo aver vagliato numerose ricette ho seguito le indicazioni di questo video su youtube, di una vera donnina coreana che sembra quasi uscita da un cartone animato e che spiega, in un comprensibilissimo inglese, per filo e per segno, come diventare davvero delle brave cuoche di Kimchi.
 
 
 
Preparate il Kimchi almeno due giorni prima di preparare la Kimchi Jjigae, perché le verdure devono fermentare un po'. Accompagnate questo ricco stufato con del riso bianco, che ne attenua la piccantezza al palato. Non stupitevi dell’abbondanza di elementi piccanti: in Corea la piccantezza è totale confort food…
 
 
Per il Kimchi
 
1 cavolo cinesi (se come me non li trovate fate come mi ha suggerito Acquaviva, e prendete metà cavolo cappuccio e metà lattuga romana)
1 rafano di grandi dimensioni (o 2 rafani più piccoli) - l'ho omesso perché introvabile
1 cipolla grande
2 cipollotti
250 ml di salsa di pesce - oppure per la versione vegetariana potete usare come ho fatto io la salsa di soia.
1 tazza di sale marino fino
6 spicchi d’aglio
3-4 cm di zenzero
1 pera soda (che sostituiscono la ravanello coreano)
1/2 tazza di peperoncino in polvere
½ tazza di farina di riso
1 tazza di acqua
1 cucchiaio di zucchero di canna

 
Per preparare il Kimchi

Dividete a metà il cavolo e la lattuga romana. Bagnateli in acqua fredda, scolateli e poneteli in una ciotola.
Cospargete con il sale fino le foglie, senza staccarle alla base - io ho sbagliato e le ho staccate! - nella parte del gambo mettete un po' più di sale perchè è la parte più dura.
Devono perdere la gran parte dell'acqua contenuta. Ogni 30 minuti girateli in modo che il sale si distribuisca uniformemente.
Nel frattempo preparate la crema di riso: ponete la farina di riso con l'acqua in una pentolina e portate quasi ad ebollizione. Aggiungete lo zucchero di canna, mescolate finchè è ben sciolto. Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare
 
In un mixer tritate la cipolla, lo zenzero e l'aglio, fino a ridurli in una pasta. Mescolate questa pasta alla crema di riso, aggiungete il peperoncino e la salsa di pesce - o la salsa di soia.
 
Mondate e tagliate a listarelle la carota, la pera e i cipollotti. Uniteli alla crema di riso, e mescolate.
 
 
Dopo circa 2 ore e mezzo, i cavoli avranno tirato fuori la maggior parte della loro acqua conservando però parte della loro croccantezza. A questo punto sciacquateli per due-tre volte sotto acqua fredda corrente e fateli scolare bene.
Ora cospargete tutte le foglie del cavolo cinese, senza staccarle se riuscite, con la salsa kimchi che avete preparato e proseguite fino ad esaurimento degli ingredienti.
Riponete il Kimchi così ottenuto in un contenitore a chiusura ermetica e lasciate fermentare a temperatura ambiente per 48 ore.



Trascorso il tempo di fermentazione le verdure avranno acquistato un sapore deciso e pungente, e avranno anche tirato fuori del liquido. Se schiacciando con il dorso di un cucchiaio fuoriesce del liquido da sotto il vostro Kimchi è pronto.
Potete conservarlo da ora in poi in frigo e prelevare, di volta in volta, la quantità che vi occorre.
 

Per preparare il Kimchi Jjigae, la zuppa di kimchi

Ingredienti per 4 persone:

300 g di pancetta fresca di maiale
450 g di tofu sodo
400 g di cavolo kimchi
4 cipollotti o scalogni
1 cipolla
6 spicchi di aglio
15 g di zenzero fresco
3 o 4 cucchiai di gochugaru (peperoncino coreano essiccato in fiocchi)
2 cucchiai di gukganjang (salsa di soia coreana per zuppe)
2 cucciai di salsa di soia
2 cucchiai di burro
1 cucchiaio di gokuchang
1 cucchiaio di doenjang

Tagliare la cipolla e i cipollotti separatamente a fette sottili; grattugiare aglio e zenzero; tagliare la pancetta a fettine quadrate; spremere il kimchi per ricavarne 1 o 32 cucchiai di succo e poi tagliuzzare le foglie; tagliare il tofu a cubotti.


Marinare la pancetta con aglio, zenzero e le due salse di soia per 20 minuti. Versare il tutto in un tegame pesante ben caldo e lasciare che il grasso si sciolga.
Unire la cipolla e il kimchi e saltare fino a che si comincia a sentire un buon profumo.

Unire il succo di kimchi, 700 ml di acqua, gochujang e doengjang e mescolare bene, quindi portare a bollore e, a gusto, unire il gochugaru.

Cuocere una ventina di minuti (o fino a che maiale e kimchi sono teneri), unire il tofu e cuocere altri 5 minuti.

Spegnere, unire i cipollotti e il burro, mescolare bene e portare il tegame in tavola, meglio se su un rechaud. Ogni commensale, che ha di fronte anche una ciotola di riso, si serve a piacere.


Potete trovare questa ricetta anche sul blog del MTC http://www.mtchallenge.it/2016/01/mtc-53-tema-mese-kimchi-jjigae.html


youtube.com

2 commenti:

  1. che meraviglia! Io amo la cucina coreana per cui il kimchi mi piace da matti però non avevo mai pensato di farlo! La tua zuppa ha un aspetto meraviglioso!

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  2. Ho provato per la prima volta a cucina coreana l'estate scorsa e devo dire che mi ha sorpreso molto! Quindi sono sicuro che anche questo che è il piatto tradizionale così diffuso sia altrettanto buono!

    Fabio

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